22.05.2516
Blue Sun,
Stanza
Notte
Da ricordare: “….”
Alla fine lo
faccio per me, non solo per il lavoro.
E’ sempre
tutto troppo difficile.
Anche se,
accidenti… mi è sembrato di morire, per un attimo.
Fino a che
ho avuto compagnia non ci ho pensato. Non molto, almeno.
Adesso però,
con il ritorno del silenzio, ci rifletto così intensamente che posso quasi
sentire le rotelline girare nella testa.
Ma è la
rabbia che sento ancora, come una morsa violenta contro nervi e cuore.
L’ho
guardato negli occhi ed in quel solo momento ho voluto potergli leggere l’anima.
Però l'ho
fatto scappare… perché fondamentalmente sono un’idiota.
Questo non
cambierà con il Genetic, anzi… peggiorerà ancora, ne sono sicura.
Ho pensato
di riuscirci, con così tanta determinazione da sentirmi invincibile.. anche
solo per un attimo.
Le certezze
si sono sgretolate quando ogni volto è svanito dalla mia stanza, lasciandomi
fare i conti con la decisione che ho appena preso: diventare un bersaglio
piuttosto facile da centrare.
Lo devo fare
per loro, per tutti quelli che hanno qualcuno da proteggere.
L’ho visto
negli occhi dello Yiji. Era li il timore per l’incolumità dei suoi colleghi.
E l’ho visto sul dolce viso di Ginie, fin troppo preoccupata per tutti.
Io non ho
alcun legame evidente, che possa vantarsi alla luce del sole.
Nessuno sa.
Nemmeno
quell’abominio che ci segue e ci osserva tutti.
Quindi che
differenza fa? Posso farlo io, tranquillamente.
Forse
continuando a ripetermelo ne sarò convinta anche io alla fine.
Ho troppe
cose alle quali pensare, ma almeno lo faccio in maniera ordinata.
Partiamo dai
due mazzi di chiavi, quello dello studio ed… il suo. Già, il SUO.
E’ un metallo
freddo quello che passa sotto le dita. Debole, invece, è il tintinnio quando lo
sposto da una parte all’altra sopra le coperte.
Alla fin
fine, però, è sempre il pad che guardo, in attesa di una risposta che non credo
arriverà troppo rapidamente.
Vorrei
uscire a fare due passi, a prendere un po’ d’aria.. ma sono certa che provarci
mi farebbe schiantare faccia a terra dopo un paio di giri a vuoto.
No, meglio
restare qui ed aspettare l’inevitabile incontro tra me, gli aghi e le cinghie…
e quegli aggeggi infernali che ruotano e fremono minacciosi.
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